Il 2026 porta in dote buone notizie per le famiglie con figli a carico: la portata dell’Assegno Unico Universale sarà infatti ampliata.
La concessione di un assegno mensile a quelle famiglie che hanno deciso o decideranno di allargare il proprio nucleo accogliendo dei figli è stata una misura – l’unica forse degli ultimi anni – accolta all’unanimità dalle varie anime politiche che popolano il governo. L’idea è quella di fornire ai giovani italiani un sostegno economico che li possa aiutare a crescere con maggiore serenità i propri figli e al contempo quello di diminuire le preoccupazioni di quelle giovani coppie che faticano a trovare un lavoro che sia stabile.

In questi primi anni si è notato come la misura sia sì un valido aiuto, ma non certo una soluzione (appare chiaro come prospettive di lavoro e di stabilità economiche più concrete e strutturate sarebbero sicuramente preferibili alle misure assistenziali o insieme ad esse). Inoltre si è notato come ci fossero dei dettagli da limare, poiché alcune limitazioni erano troppo stringenti e impedivano a tantissime famiglie di ottenere un sostegno più corposo o di rientrare nei requisiti.
Proprio in queste settimane che precedono la fine dell’anno, il governo sta lavorando alla Manovra 2026 e tra le tante misure che verranno inserite nei finanziamenti ci sarà anche quella relativa all’Assegno Unico Universale. In vista del prossimo anno sono al vaglio delle modifiche che consentiranno un aumento di tutte le cifre previste dalla misura e che allargheranno e modificheranno la platea di beneficiari.
Il calcolo dell’ISEE alla base del cambiamento dell’Assegno Unico: chi ne beneficerà maggiormente
Per quanto riguarda le cifre previste dai vari scaglioni dell’Assegno Unico Universale, l’aumento previsto è dovuto alla rivalutazione annuale del costo della vita e si tratta dunque di un semplice adeguamento all’inflazione. Ma c’è di più poiché il governo sta lavorando anche ad una modifica della fasce dei percettori in base ad una rivalutazione dei limiti ISEE.

A partire dal 2026 faranno parte della fascia A quelle famiglie che hanno un’ISEE fino a 17.526 euro, nella fascia B saranno poste quelle famiglie il cui reddito annuo è compreso tra i 17.526 e i 46.000 euro e nella Fascia C (quella che percepisce l’assegno più basso) quelle il cui reddito annuo è superiore a 46.000 euro. In base ai calcoli del governo questo scostamento di soglia dovrebbe permettere il passaggio alla fascia A al 5% delle famiglie attualmente in fascia B e quello alla fascia B del 10% delle famiglie attualmente in fascia C.
Sono previste inoltre delle maggiorazioni per le famiglie numerose: +0,10% per le famiglie con due figli, +0,25% per tre figli, +0,40% per quattro figli e +0,55% per quelle famiglie con 5 o più figli. Secondo i calcoli dell’Istat a partire da gennaio l’importo massimo dovrebbe passare dai 201 attuali ai 204,4 euro, mentre quello minimo dai 57,5 ai 58,5 euro.
Il cambiamento più significativo sarà però l’esclusione della prima casa di proprietà dal computo dell’ISEE. Se fino al 2025 erano escluse dal calcolo le case dal valore massimo di 52.500 euro, da gennaio saranno escluse tutte quelle con valore immobiliare pari o inferiore a 91.500 con una maggiorazione di 2.500 euro per ogni figlio a partire dal secondo.
Ciò significa che tantissime famigli finora escluse dalle prime due fasce dell’Assegno Unico vedranno aumentare l’importo dell’assegno mensile. Non essendo più incluso il valore della casa, infatti, il loro ISEE annuo scenderà in maniera notevole.





