Ora sembra essere venuto il momento di dire addio per sempre al cappotto termico, c’è un’altra tecnologia che è ancora più efficace.
Ridurre le dispersioni di calore, così da ottenere un risparmio tangibile in bolletta è di interesse comune a tutti, proprio per questo negli ultimi anni sono stati in tanti a decidere di installare il cappotto termico all’esterno della propria casa, come è possibile notare semplicemente guardandosi attorno.
Si tratta di un’operazione che ha sempre richiesto un investimento non accessibile a tutte le tasche, almeno sul momento, ma che avrebbe poi potuto essere ripagata grazie all’abbassamento delle spese in bolletta poi riscontrate da tutti.
I tempi, però, cambiano anche in questo ambito, per questo si può poi decidere di valutare una soluzione alternativa che possa essere altrettanto congeniale per lo scopo, anche se forse non ancora così conosciuta. L’effetto che si può ottenere è lo stesso, garantire l’isolamento della propria abitazione, ma con un metodo differente, che potrebbe però presto conquistare molti di noi.
Fino ad ora tutti gli esperti di edilizia ci hanno parlato del cappotto termico come della soluzione adatta per cercare di garantire il massimo isolamento termico alla nostra abitazione, così da evitare il più possibile le dispersioni di calore. Ora, però, non è più così, soprattutto perché sta crescendo il numero di persone che sta notando i limiti di questa tecnologia.
I problemi maggiori nascono soprattutto in città, dove le modalità usate per le costruzioni possono generare effetti collaterali poco piacevoli, come la formazione di muffa, poco bella sul piano estetico, ma anche dannose per la salute di chi ci vive. Se si abita in una zona dove il livello di umidità è elevato è facile che il cappotto termico possa provocare questo inconveniente che tutti vorremmo evitare.
L’alternativa però esiste ed è rappresentata dal cappotto nanotecnologico, che sfrutta l’azione delle nanoparticelle. L’isolamento in questo caso è superiore, ma non prevede alcun aumento dello spessore delle pareti, cosa che impedisce che si verifichino gli inconvenienti a cui potremmo andare incontro con la tecnica tradizionale.
I vantaggi non si limitano però a questo, anche la durata è maggiore, oltre a essere migliore la resistenza agli agenti atmosferici. Quest’ultima caratteristica la rende quindi adatta a quelle zone in cui possono verificarsi spesso condizioni quali vento forte, pioggia ed escursioni termiche. il suo prezzo è superiore rispetto a quanto fatto finora, ma con un risparmio energetico ottimale e la necessità di fare meno manutenzioni per conservarlo nel corso del tempo.
Da non scartare però anche la possibilità di ricorrere all‘insufflaggio, che porta a iniettare materiali isolanti espansi nelle intercapedini delle pareti dall’interno, senza modificare lo spessore esterno o richiedere permessi particolari. E’ congeniale soprattutto per i condomini o gli edifici che hanno un ridotto spazio esterno, ma la facilità di applicazione può spingere ad apprezzarlo un po’ ovunque.
Sono richiesti circa 2.500 euro per un appartamento di circa 100 metri quadrati, cifra che può essere quindi considerata abbordabile per la maggior parte delle persone. Esistono zone al Nord dove vengono coniugate entrambe le tecnologie, ognuno può comunque valutare quella che preferisce.
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