Glenn Close e l’emozione di far parte del cast di ‘Knives Out’: un viaggio nel giallo più amato degli ultimi anni

Una diva che entra in un labirinto di specchi. Un detective col cappello bianco che l’aspetta al centro. E un set dove ogni sguardo pesa. È qui che Glenn Close ha deciso di giocare, nel giallo che più di tutti ha ridato brividi ed eleganza al mistero contemporaneo.

Glenn Close e l’emozione di far parte del cast di ‘Knives Out’: un viaggio nel giallo più amato degli ultimi anni

Quando una fuoriclasse come Glenn Close abbraccia un progetto, la notizia rimbalza oltre i confini del cinema di genere. In Wake Up Dead Man: A Knives Out Mystery, terzo capitolo dell’universo creato da Rian Johnson, l’attrice si misura con un ensemble dove ritmo, indizi e ironia devono incastrarsi al millimetro. È un territorio che le si addice: battute affilate, posture piene, sguardi che raccontano. E un direttore d’orchestra che ama sorprendere.

Partiamo dai fatti

Il film arriverà su Netflix nel 2025 (annuncio ufficiale di Netflix). Torna Daniel Craig nei panni di Benoit Blanc, il detective con l’accento vellutato e la pazienza di chi sa aspettare la crepa giusta. La trama resta top-secret: al momento non è stata diffusa una sinossi dettagliata e ogni ipotesi sarebbe arbitraria. Si sa però che il cast è di primo piano e, secondo testate come Variety e Deadline, oltre a Close comprende nomi come Cailee Spaeny, Andrew Scott, Kerry Washington e Josh O’Connor. L’aspettativa c’è, ed è alta.

Perché questo conta?

Perché Johnson ha costruito un marchio. Il primo Knives Out (2019) ha incassato oltre 310 milioni di dollari nel mondo su un budget intorno ai 40 (dati: Box Office Mojo) ed è valso a Johnson la candidatura all’Oscar per la sceneggiatura originale. Glass Onion (2022), uscito su Netflix dopo una breve finestra in sala, ha ottenuto la nomination all’Oscar per la sceneggiatura adattata e ha dominato le classifiche della piattaforma nelle settimane di debutto (dati interni Netflix). Nel 2021 Netflix ha siglato un accordo stimato in circa 469 milioni di dollari per due sequel della saga (fonte: Variety). Tradotto: investimenti, visione, continuità.

Perché questo cast è “da paura”

Qui entra Close. Con otto candidature agli Oscar e una carriera che attraversa cinema e teatro, porta in dote autorevolezza e rischio. Le sue antagoniste magnetiche, i suoi silenzi taglienti, l’abilità di ribaltare la percezione di un personaggio in una scena: sono strumenti perfetti per il “meccanismo” di Johnson. Un giallo funziona quando ognuno nasconde qualcosa di credibile. Close sa rendere credibile l’ambiguità.

C’è anche un elemento di gioco

I film di Knives Out sono puzzle sociali oltre che detective story. Leggono il presente, ridono delle maschere, poi le fanno cadere. L’energia di un ensemble eterogeneo – giovani in rampa, volti iconici, caratteristi con timing comico – crea attrito. E l’attrito accende la storia. È facile immaginare Close che ascolta, misura la stanza, sceglie quando “entrare” e rubare la luce per cinque secondi netti. Quella precisione è il suo marchio.

Il peso della tradizione del giallo

Johnson ha riallineato il giallo moderno alla scuola classica: indizi in vista, payoff onesto, personaggio-detective riconoscibile. L’arrivo di un’attrice come Close riconnette il fil rouge con la tradizione delle grandi interpretazioni che tengono in piedi un intero mistero. Non sappiamo ancora quale ruolo interpreterà: Netflix non ha rilasciato dettagli e i materiali ufficiali sono, per ora, parsimoniosi. Ma il solo incastro tra la sua presenza scenica e la grammatica del franchise promette equilibrio tra eleganza e colpo di scena.

Forse è questo il piacere

vedere una fuoriclasse entrare in un congegno narrativo e cambiare il suono dell’orologio. Quando la porta si chiuderà e le luci si stringeranno sul volto di Glenn Close, da che parte vorremo trovarci: con il detective, o con chi ha qualcosa da perdere?

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