Quando e come puoi revocare un amministratore di condominio? Ecco cosa dice la legge e quali strumenti hanno i condomini.
Nel condominio, l’amministratore ha un ruolo molto importante. Deve gestire i soldi del condominio, convocare l’assemblea, far rispettare le regole e garantire che tutto funzioni nel modo giusto. A volte però può capitare che l’amministratore non faccia bene il suo lavoro. In questi casi i condomini si chiedono: è possibile cacciare l’amministratore? La risposta è sì, ma ci sono delle regole da rispettare.
La legge italiana stabilisce chiaramente quando è possibile revocare un amministratore. Il riferimento è il Codice Civile, che elenca i doveri dell’amministratore e le situazioni in cui i condomini possono sostituirlo. La cosa più importante da sapere è che non basta un piccolo errore: serve una mancanza seria, qualcosa che renda difficile o scorretta la gestione del condominio.
Un amministratore può essere revocato quando non svolge i suoi doveri o quando nasconde irregolarità. I condomini hanno strumenti chiari per agire: la richiesta di assemblea, la revoca tramite voto e, nei casi più seri, l’intervento del giudice o una denuncia. Per questo motivo, è molto importante conoscere i propri diritti. Infatti, è il modo migliore per tutelare il condominio e garantire una gestione trasparente e corretta.
Uno dei motivi più frequenti riguarda la mancata convocazione dell’assemblea annuale. L’amministratore deve convocare almeno una volta l’anno l’assemblea per presentare il rendiconto delle spese e discutere eventuali problemi del condominio. Se non lo fa, senza nessun motivo valido, questa è considerata una mancanza importante.
I condomini hanno il diritto di chiedere spiegazioni e, se necessario, di votare la sua revoca. Un altro motivo molto serio è il nascondere irregolarità nella gestione. Per esempio, se l’amministratore non mostra i documenti contabili, se non permette ai condomini di vedere le spese, se mancano fatture o se ci sono movimenti di denaro poco chiari.
In questi casi si parla di gravi irregolarità, che sono motivo sufficiente per togliere l’incarico all’amministratore. La trasparenza è fondamentale: i condomini hanno sempre il diritto di conoscere come vengono spesi i soldi.
Ma come si fa nella pratica a togliere l’incarico a un amministratore? La via più semplice è l’assemblea. È infatti l’assemblea che può decidere, con una votazione, di revocarlo e sostituirlo. Basta che si riunisca una maggioranza sufficiente. Se però l’amministratore non convoca l’assemblea, i condomini non restano senza strumenti.
La legge permette a un gruppo di condomini che possiede almeno un sesto dei millesimi di chiedere la convocazione. Se l’amministratore continua a non muoversi, possono convocare l’assemblea da soli.
Ma non è finita qui: infatti esiste anche un’altra possibilità ed è quella di rivolgersi al giudice. È una strada più lunga, ma necessaria quando ci sono irregolarità molto gravi. Quando l’amministratore non collabora o quando impedisce il normale funzionamento del condominio. Il giudice può decidere la revoca anche senza passare dall’assemblea.
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