Cambiamenti che significano guai per i percettori dell’Assegno di Inclusione. Le novità portano a perdere la misura facilmente.
Il 2026 inizia con delle novità che preoccupano – a ragione – i beneficiari dell’Assegno di Inclusione ossia le famiglie con over 60, figli minorenni, disabili e soggetti in condizione di svantaggio sociale che rientrano in determinati limiti reddituali e di ISEE. Sarà più semplice perdere il diritto al sussidio.

L’Assegno di Inclusione è stato introdotto in sostituzione al Reddito di Cittadinanza insieme con il Supporto per la Formazione e il Lavoro con uno scopo. Aiutare chi ne ha realmente diritto evitando che i furbetti percepissero la “paghetta” da parte dello Stato senza attivarsi nella ricerca di un’occupazione. L’RdC è stato un vero e proprio regalo per questi furbetti ma il Governo Meloni ha detto basta e cambiato il sussidio sperando in un contributo destinato alle famiglie in difficoltà e disposte veramente ad un cambio vita con un nuovo lavoro.
Firma del PAD per ricevere la prestazione, appuntamenti fissi presso i Servizi Sociali oppure i Centri per l’Impiego, divieto di rifiutare anche un solo lavoro congruo sono alcune caratteristiche dell’AdI che lo rendono migliore rispetto al Reddito di Cittadinanza. Dal 2026 ci saranno altre restrizioni da conoscere per evitare di perdere il sussidio.
Come cambierà l’Assegno di Inclusione nel 2026
Il Decreto Sicurezza sul Lavoro introduce una nuova stretta sull’Assegno di Inclusione. Nel mirino coloro che lavorano in nero e percepiscono l’aiuto economico illegittimamente. Le sanzioni colpiranno sia il lavoratore che il datore di lavoro nel momento in cui verrà scoperta l’occupazione non dichiarata. Il datore, nello specifico, subirà un taglio dei punti (sei punti per ogni lavoratore irregolare) sulla patente a crediti mentre il dipendente in nero perderà l’Assegno di Inclusione e dovrà restituire tutti i soldi percepiti senza averne diritto.

Il divieto di usare manodopera irregolare deve essere rispettato. In caso contrario scatteranno i provvedimenti. Per il beneficiario significherà perdere l’AdI, avere la card disattivata e il blocco delle ricariche e l’obbligo di restituzione delle mensilità percepite. Inoltre il furbetto potrà essere denunciato penalmente per truffa ai danni dello Stato, falso ideologico e indebita percezione di aiuti pubblici.
Naturalmente avendo imbrogliato una volta si uscirà dalla possibilità di chiedere in futuro l’Assegno di Inclusione dopo la perdita del lavoro irregolare. I controlli saranno a tappeto e, come visto, i rischi sono seri così come le conseguenze pesanti. I datori potrebbero scendere anche sotto la soglia dei 15 punti della patente uscendo distrutti dalla stretta sull’AdI.





