Stanchezza, ansia continua, dolori articolari possono avere una causa specifica. Conoscendola sarà possibile rinascere.
Quando una persona è in buona salute riuscirà ad affrontare la vita quotidiana con energia, soddisfazione e positività. Se il fisico è in forma la mente sarà condizionata favorevolmente e il buon umore sarà predominante. Dolori e malesseri, invece, peggiorano la qualità della vita.
Ognuno di noi ha un compito, fare tutto ciò che è in proprio potere per restare in salute. Si dice che il corpo è un tempio da proteggere, questa è una verità da riconoscere e seguire. Solo quando ci si sente bene si potrà guardare la vita con ottimismo e il benessere è legato ad uno stile di vita sano, all’attività fisica, a relazione sociali sane. Certo nessuno ha la garanzia che adottando buone abitudini non si ammalerà mai.
Avendo, però, la consapevolezza che molte malattie sono legate a cattivi comportamenti (fumo, sedentarietà, sovrappeso, cattiva alimentazione) ecco che abbiamo la possibilità di ridurre il rischio di patologie e restare in salute il più a lungo possibile. Dobbiamo evitare anche di ignorare alcuni segnali, accettando disturbi pensando che sia colpa dell’età o di condizioni innate. Ogni sintomo va indagato.
Attenzione a questi sintomi. Stanchezza cronica, affaticamento e apatia, dolori ossei e muscolari, continui raffreddamenti e infezioni, cambiamenti frequenti d’umore con stati d’ansia e depressione. Sono segnali di una possibile carenza di vitamina D. Quando questa non raggiunge i livelli ottimali può determinare un mal funzionamento del sistema immunitario, uno scarso assorbimento del calcio, problemi nella regolazione dell’umore.
La vitamina D, poi, agisce direttamente sullo scheletro, ne promuove la crescita fisiologica e ne aiuta il continuo rimodellamento. Inoltre è impegnata in diverse funzioni fisiologiche extra scheletriche. Nello specifico sono state rilevate funzioni pleiotropiche a livello di sistema nervoso centrale, cardiovascolare, di differenziamento e crescita cellulare.
Una carenza di vitamina D, dunque, va gestita con somministrazioni giornaliere, settimanali o mensili a secondo della gravità della situazione. I livelli sono rilevati con un semplice esame del sangue. Valori adeguati sono tra 30 e 100 ng/ml. Tra 20 e 30 si parla di insufficienza, tra 10 e 20 di carenza e sotto i 10 di grave carenza.
Fare un controllo della vitamina D è indicato soprattutto quando arriva la stagione autunnale e si è smaltita la vitamina presa in estate grazie al sole. Più a rischio di carenza sono gli anziani, le persone con inadeguata esposizione al sole, le donne in gravidanza o allattamento, gli obesi e gli individui con patologie dermatologiche come dermatite atopica, psoriasi, vitiligine.
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