Potrebbe cambiare a breve in Italia la normativa che regola gli sfratti per morosità. Ecco cosa potrebbe accadere se non si pagheranno due mesi di affitto.
Il partito di maggioranza di Fratelli d’Italia ha presentato al Senato un disegno di legge in materia di sfratto. Il provvedimento, che reca come primo firmatario il nome di Paolo Marcheschi, ha l’obiettivo di velocizzare e quindi di snellire i procedimenti concernenti le morosità.

Stando al testo che sta circolando, la nuova procedura amministrativa potrebbe scattare per soli due mesi di affitto non pagato, ma non solo. Si tratterebbe per l’appunto di una manovra amministrativa, e non più giudiziaria come lo è ora. L’immobile potrebbe perciò essere liberato in tempi brevissimi, tra i due e i quattro mesi, mentre ad oggi i tempi stimati sono di oltre un anno proprio a causa della burocrazia e dei Tribunali italiani, da sempre oberati.
Al posto di un giudice verrebbe perciò creata una istituzione che prenderà il nome di Autorità per l’esecuzione degli sfratti. L’Ente sarà sotto le dirette dipendente del Ministero della Giustizia. I giudici civili sarebbero perciò sgravati dalle procedure di sfratto, ed un proprietario potrebbe rivolgersi direttamente all’Autorità senza dover ricorrere ad avvocati e Tribunali.
Ipotesi nuova legge sugli sfratti, cosa potrebbe succedere
Vediamo ancor più nel dettaglio cosa prevede il disegno di legge che, è bene ricordarlo, si trova ancora in Senato in discussione.
Facendo un esempio concreto, prendiamo il caso di un inquilino che si trova nella condizione di non aver pagato due mensilità di affitto consecutive. In quel caso il proprietario dell’abitazione può segnalare all’Autorità per l’esecuzione degli sfratti la morosità. A quel punto scattano 15 giorni di tempo che l’inquilino può sfruttare per saldare gli arretrati. Nel caso in cui ciò non avvenga l’Autorità, previa verifica di tutta la documentazione entro 7 giorni, può già disporre lo sgombero attraverso l’intervento dell’ufficiale giudiziario.

Lo sfratto per morosità deve poi essere eseguito entro un mese, 90 giorni al massimo in casi particolari. Conti alla mano, l’intera procedura si chiude tra i 60 ed i 120 giorni, e non più tra gli 8 e i 12 mesi attuali. Il disegno di legge di FdI prevede comunque delle tutele, delle deroghe e delle salvaguardie sociali.
Lo sfratto può essere sospeso o rinviato nel caso in cui ad essere colpito sono persone anziane, disabili, chi è separato, divorziato e deve mantenere i figli piccoli. O ancora chi ha un Isee al di sotto dei 12mila euro, chi è affetto da patologie gravi. O chi è stato licenziato a seguito di una crisi dell’azienda di provenienza. In tutti questi casi ad intervenire sono i Servizi sociali del Comune, che a loro volta possono chiedere un rinvio di 90 giorni per trovare una ricollocazione fidanzata dal Fondo nazionale per l’emergenza abitativa.





