Volti, simboli, passioni. Il Risorgimento torna scena a Mantova tra quadri, fotografie e suoni: la politica diventa racconto visivo e memoria condivisa
Dal 17 febbraio al 18 marzo 2018 è visitabile a Mantova, presso il Museo Archeologico Nazionale di piazza Sordello, la mostra «Icone politiche. Celebrità e nuovi media al tempo del Risorgimento», promossa e organizzata da vari enti tra cui l’Istituto Mantovano di Storia Contemporanea.

La mostra, inaugurata il 17 febbraio alle ore 17, è aperta dal martedì al sabato tra le 10 e le 17, e la domenica dalle 10 alle 13. Un calendario pensato per permettere al pubblico di scoprire un percorso che unisce arte, politica e comunicazione in un contesto storico cruciale.
L’esposizione intende esplorare – attraverso un patrimonio inedito di dipinti, illustrazioni, fotografie e oggetti – i legami tra politica e cultura visuale nell’Italia del Risorgimento. L’obiettivo è mostrare come la personalizzazione e la spettacolarizzazione della politica non siano fenomeni del Novecento, ma radici profonde della modernità democratica.
Fin dalla fine del Settecento, infatti, le democrazie di massa utilizzarono i media più popolari del tempo per colpire l’immaginazione collettiva, mobilitando emozioni, simboli e identità. I volti dei patrioti, le stampe dei moti rivoluzionari, gli oggetti commemorativi diventavano così strumenti di partecipazione e consenso.
Un approfondimento speciale è dedicato alla sezione iconografica dell’archivio Chiara Sacchi, conservato presso l’Istituto Mantovano di Storia Contemporanea, che raccoglie numerosi materiali della famiglia dei patrioti Achille Sacchi ed Elena Casati. Documenti, lettere e ritratti raccontano l’intreccio tra biografia privata e costruzione pubblica dell’eroe risorgimentale.
La mostra si distingue anche per il contributo dei giovani: docenti e studenti della classe 5AG degli Istituti “Carlo d’Arco e Isabella d’Este” (indirizzo Grafica e Comunicazione) hanno curato le videoinstallazioni e il progetto grafico dell’allestimento e del catalogo. Il lavoro è stato realizzato in collaborazione con gli studenti del liceo linguistico Virgilio, che hanno approfondito le sezioni linguistiche e interpretative del percorso.
Un progetto che dimostra come la memoria storica, quando si intreccia con la creatività e i nuovi linguaggi, possa tornare a parlare al presente con forza visiva e civile.





